Continuano le presentazioni del documentario sulla rivalorizzazione partita dal basso di una parte del centro storico forlivese. Ne abbiamo parlato con Stefania Amanti, co-regista del film insieme a Filippo Venturi.
Forum Living, attraverso interviste e riprese di osservazione, vuole raccontare la complessa realtà del centro storico forlivese dando voce a tutte quelle persone che ogni giorno, con i propri ideali e le proprie azioni, contribuiscono alla sua rivalorizzazione. Il caso emblematico descritto è quello di via Giorgio Regnoli che, da strada simbolo del degrado cittadino, è tornata ad essere sede di nuove attività commerciali, recuperando attrattività e un nuovo senso di comunità. L’impegno delle istituzioni, a fianco del volenteroso spirito di iniziativa della società civile, ha portato via Regnoli ad essere protagonista di iniziative culturali in grado di potenziare l’interazione e l’integrazione tra le persone. Dal documentario emerge chiaramente come la spinta al cambiamento che nasce dal basso sia stato l’elemento più caratteristico di quell’agire coordinato tra semplici cittadini, artisti, operatori culturali e istituzioni pubbliche, che si è rivelato un “modello virtuoso” replicabile ed adattabile anche ad altre situazioni.
Quali sono i punti critici di una città come Forlì? Quali i punti di forza?
Credo che il maggior problema di Forlì
sia la mancanza di comunicazione. Non è vero come molti proclamano che è
una città vuota dove non succede mai niente, di eventi e attività ce ne
sono parecchi considerando le sue dimensioni ridotte. Il problema sta
nel disinteresse del cittadino che critica senza informarsi, che si
aspetta che tutto venga dato senza cercare o proporre nulla. Il punto di
forza viene invece dal punto critico stesso. Quando ci si rende conto
della rete di comunicazione sotterranea che invece esiste c’è una
volontà di essere coinvolti in prima persona e di partecipare. Quasi un
impulso primordiale sopito di riprendersi la propria città. La volontà
di cambiare le cose c’è, va solo risvegliata.
È un città le cui problematiche potrebbero essere quelle di ogni città italiana?
È un città le cui problematiche potrebbero essere quelle di ogni città italiana?
Le problematiche della nostra città sono
sicuramente simili a quelle di altre città italiane di piccole e medie
dimensioni. I centri storici non sono più quelli di una volta, c’è stata
negli anni un’evoluzione culturale e di abitudini, dovuta anche alla
convivenza con etnie diverse. Quello che ci gratifica maggiormente ora
che siamo impegnati nella circuitazione del documentario è l’entusiasmo
con cui il messaggio che vogliamo trasmettere viene accolto. Anche
persone che abitano in città ben più grandi di Forlì e che si trovano a
convivere con realtà molto complesse hanno visto nel nostro lavoro,
nella storia che abbiamo raccontato, la chiave per l’inizio di un
cambiamento. Non ci permettiamo certo di proprorre soluzioni assolute,
credo però che il senso di comunità di cui si parla nel film sia un
valore di respiro universale.
Sì, sono stati i cittadini stessi a dare il via alla riqualificazione di Via Giorgio Regnoli. Noi abbiamo solo scelto, in base soprattutto alle varie disponibilità, alcune persone che avevano partecipato al progetto e abbiamo cercato di ricostruire tramite interviste e materiale di repertorio quello che era successo. Più che il documentario ha coinvolto gente della strada, direi che quello che è successo è stato così straordinario da rendere importante la realizzazione di un film che lo documentasse.
Per la realizzazione vi siete ispirati a dei maestri del documentario?
Il documentario nasce da un progetto
pubblico volto a formare giovani creativi nell’ambito audiovisivo. A
parte qualcuno dell’associazione che lavorava già come fotografo o
illustratore professionista è stato per la maggior parte di noi il primo
progetto del genere. Durante il corso di formazione siamo stati seguiti
da professionisti del settore e abbiamo avuto la fortuna di incontare
registi affermati come Alina Marazzi e Leonardo Di Costanzo ma dire che
ci siamo ispirati a qualcuno è sicuramente eccessivo. Essendo il primo
progetto ci siamo soprattutto concentrati su ciò che volevamo dire,
sperando di esserci riusciti nel migliore dei modi.
Forum Living, sabato 14 giugno, ore 21.00, il B.U.C.O, via Zago 11, Bologna. Info: sovraesposti.it
(l'articolo originale è consultabile qui)
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